“Siamo di fronte a un luogo dove si fa la storia”

Articolo: Selina Trevisan
Foto: Ilaria Tassini

Siamo di fronte a un luogo dove si fa la storia”. Con queste parole Paolo Gentiloni, già Presidente del Consiglio dei Ministri e Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha descritto le città di Gorizia e Nova Gorica.
Ospite al Kulturni center Lojze Bratuž di Gorizia per la rassegna “Europa, culture in dialogo. Superare i confini per essere Capitale di una Cultura europea” – kermesse di approfondimento, promossa dall’Arcidiocesi di Gorizia nell’anno che vede unite le città di Nova Gorica e Gorizia sotto “Go!2025” – il politico italiano si è messo in dialogo con alcuni studenti goriziani e con Fabrizio Brancoli, vicedirettore del Gruppo editoriale NEM e del quotidiano Il Piccolo.
La serata – promossa da Arcidiocesi di Gorizia, Voce Isontina, I Visionari Comunità di Impegno Politico, Città dell’Uomo APS, in collaborazione con Zadruga Goriška Mohorjeva, SKGZ – Slovenska kulturno-gospodarska zveza/Unione Culturale Economica Slovena, SSO Svet Slovenskih Organizacij/Confederazione Organizzazioni Slovene, Kulturni Center Lojze Bratuž e Kulturni dom di Gorizia, Istituto di Storia Sociale e Religiosa e Societât Filologjiche Furlane/Società filologica friulana. Media partner i quotidiani Il Piccolo e Messaggero Veneto del Gruppo NEM; sponsor a2a Life Company e da Coop Alleanza 3.0 – è stata introdotta da Roberto Furlanut de I Visionari, quindi è seguito il saluto della presidente del Kulturni center Lojze Bratuž, Franka Žgavec, e di Domenico Livio Trombone, presidente di Coop Alleanza 3.0.
Accanto a loro anche l’arcivescovo Redaelli, il quale ha ringraziato Paolo Gentiloni anche “per il “coraggio” a farsi intervistare e interrogare da tutti questi giovani, per cercare di rispondere alle loro domande e, soprattutto, alle loro attese”.
La parola è passata quindi a Brancoli che, affiancato dal dottor Adelino Adami de I Visionari, ha presentato Paolo Gentiloni con una prima parte d’intervista, introduttiva alle tematiche della serata.
Si è parlato quindi di Schengen, della sua funzione e della reintroduzione temporanea dei controlli ai confini: “trovarsi in una realtà dove non ci sono frontiere, è una cosa meravigliosa. Oggi questo fattore è un po’ “stiracchiato” per motivazioni politiche, ci si deve rendere conto che stiamo un po’ “giocando con il fuoco” sulla tutela dei confini, forse più per propaganda e fini politici che per vera sicurezza”, il commento del politico italiano.
Brancoli ha quindi “pungolato” Gentiloni chiedendo come sia oggi possibile “togliere la narrazione negativa e “tecnocratica” che a volte c’è tra le persone nei confronti dell’Europa Unita. “L’Europa ha i suoi ritmi e la sua burocrazia – le parole dell’ex premier -. Dovrebbe snellire le sue procedure ma non possiamo eliminare il ruolo storico che deve portare avanti, anche con tutti i suoi problemi. Se pensiamo di farcela da soli, come singoli Stati, non abbiamo capito dove stiamo. Personalmente spero che, sempre di più, tutti prima o poi sentiremo di avere due patrie: quella legata alla propria nazionalità e quella europea”.
Non è mancato quindi uno sguardo allo scenario mondiale, dove “il ruolo dell’Italia è solo parziale, Netanyahu può essere influenzato solo da Trump e forse Paesi del Golfo. Ma questo non ci assolve: non possiamo non fare niente nei confronti di qualcosa che scatena l’opinione pubblica in tutta Europa e penso che chi è al potere debba prenderne atto. Se non ci muoviamo di fronte ad una tragedia come questa, credo che tra una decina di anni questa situazione peserà sulle nostre teste”.
La parola è quindi passata ai numerosi ragazzi presenti sul palco, pronti per dialogare con il Commissario europeo: 3 giovani provenienti dall’esperienza della Comunità Rondine, 2 dal Liceo Classico in Lingua slovena “Trubar”, 1 dal Liceo Economico Sociale “Slataper” e 8 dal Liceo Classico “Alighieri”.
Tantissime le tematiche affrontate dai ragazzi, davvero molto preparati e precisi. Si è parlato di unione monetaria e finanziaria, per la quale secondo Gentiloni “oggi abbiamo una seconda chance per tornare ad un’Europa politica che abbia un’unione anche fiscale”.
La tematica quindi si è rivolta ai “Confini”, dagli stessi ragazzi definito come un “tema che tocca particolarmente. Come fare per proteggere la propria identità ma dall’altra parte conoscere l’altro. Come far vivere le 2 cose?”, hanno chiesto. “In Italia gradualmente abbiamo costruito, o meglio ricostruito, un’identità nazionale – la risposta del politico -, merito secondo me soprattutto degli ultimi tre presidenti della Repubblica, Ciampi, Napolitano e Mattarella, e recuperando simboli dell’identità nazionale che hanno ripreso vigore e valore. L’identità nazionale deve convivere con il superamento dei confini e, piano piano, con un crescente patriottismo europeo; dobbiamo imparare a riconoscerci anche in quei valori”.
Non è mancato poi il volgere lo sguardo anche sul ruolo di Gorizia e Nova Gorica: che sfide per la cooperazione transfrontaliera spettano loro? “Penso sia una grande sfida e penso che la nomina a Capitale Europea della Cultura sia arrivata nel momento più opportuno e utile. Ora si deve cercare un “mix” tra dimensione civile, culturale ed economica di questa riconciliazione ma soprattutto cooperazione. Potrebbero avere un impatto decisivo per l’Europa nel raccontare una storia di successo, non soltanto una bella storia; in questo devono andare gli sforzi”, il pensiero di Gentiloni.
I ragazzi quindi – che hanno a cuore la pace, la vivono, la desiderano e sono impegnati per mantenerla e farla avere dove non c’è – si sono lasciati andare anche a domande davvero profonde e non dalla semplice risposta: “Com’è possibile porre fine a una guerra di interessi?”, il loro interrogativo. “Noi europei dovremmo cercare di far sopravvivere la parte essenziale delle cose successe negli ultimi 80 anni e oggi messe in discussione – ha risposto l’ex Primo ministro -. Parlo per esempio degli scambi commerciali, delle regole che li presiedono; tutto questo è sotto attacco, per i dazi di Trump. L’Europa deve conservare la situazione di apertura: se tutti andassero verso un’onda protezionistica e autarchica, sarebbe un vero problema. In secondo luogo, dovremmo avere società più giuste. Continuare quindi a mantenere aperture ma ponendoci il problema di come gli squilibri sociali pesino, perché possono portare a un punto di rottura”.

Ancora riguardo la politica internazionale, i giovani hanno anche interrogato l’ex Commissario europeo riguardo la spinta al riarmo: “è una scelta sollecitata dagli USA? È giusta una spesa così elevata o sono investimenti controproducenti e forse per l’UE sarebbe meglio concentrarsi su problematiche interne?”, le sollecitazioni giunte. “Noi la minaccia della guerra la vediamo sicuramente più lontana rispetto, per esempio, ai Paesi Baltici, ma c’è – ha spiegato Paolo Gentiloni -. Personalmente tutta questa spesa nel riarmo non la avverto: oggi spendiamo per la nostra difesa esattamente quello che spendevamo nel 2014, in Italia grossi programmi non ci sono”, ha illustrato, aggiungendo anche che “ritengo sia fondamentale che la Difesa diventi un programma europeo: oggi abbiamo sostanzialmente 27 eserciti che non si parlano tra loro ma senza una difesa comune siamo praticamente privi di una difesa. Si può vivere in un mondo senza difesa? Personalmente ritengo di no”.
Sempre relativamente le grandi tematiche di politica internazionale i giovani isontini hanno chiesto se ci si potrà aspettare una presa di posizione dell’UE sulla crisi in atto a Gaza in seguito alle recenti sentenze dell’ONU: “la posizione dell’UE è stata a lungo paralizzata – ha commentato il politico – ma la Commissione UE ultimamente ha fatto alcune azioni per uscire dal “mutismo”. La prima è la proposta di disdetta agli accordi commerciali con Israele, l’altra di porre sanzioni individuali nei confronti dei ministri israeliani. Ci vogliono però rispettivamente la maggioranza e l’unanimità”.
A livello di singoli Paesi invece “ci sono Stati che hanno preso posizioni molto forti, quali ad esempio Gran Bretagna, Portogallo, Francia, Spagna. Ad ogni modo chi, in questo momento, può “spegnere” i carri armati di Netanyahu, è Donald Trump. Non possiamo tuttavia rimanere “fermi” a guardare senza dire nulla: questo ci verrà rimproverato domani”, il pensiero di Gentiloni.
Prima di salutare l’ex premier, i ragazzi hanno avuto per lui ancora una domanda: l’Unione Europea può presentarsi al mondo come esempio di democrazia e convivenza? “Mi verrebbe da rispondere “e chi altro?”. Guardando alle guerre in atto, all’imposizione di regole economiche da parte dei più forti… c’è bisogno di un attore globale importante che incarni i valori in cui crediamo quali ad esempio la libertà d’espressione, la libera circolazione delle persone, la libertà di culto… L’ONU è un attore in cui crediamo ma non riuscirà a fare questo. Lo può invece fare l’Europa. I “buoni” nel mondo in questo momento siamo “noi” europei.
È una responsabilità tremenda ma è una bellissima responsabilità”.