Articolo: Selina Trevisan
Foto: Ilaria Tassini
Una serata in cui si è parlato di ambiente, di cura del Creato, di migrazioni, di impegno e partecipazione alla “cosa pubblica” ma anche di giovani, del lasciare loro la parola, nonché del contributo del dialogo ecumenico.
Tutte queste importanti tematiche sono emerse nel corso dell’incontro con Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Azione Cattolica, inserito all’interno della rassegna “Europa, culture in dialogo. Superare i confini per essere Capitale di una Cultura europea”.
La kermesse culturale, ospitata in quest’occasione presso il Kulturni dom di Gorizia, è promossa nell’anno che vede unite Nova Gorica e Gorizia sotto “Go!2025” da Arcidiocesi di Gorizia, Voce Isontina, I Visionari Comunità di Impegno Politico, Città dell’Uomo APS, in collaborazione con Zadruga Goriška Mohorjeva, SKGZ – Slovenska kulturno-gospodarska zveza/Unione Culturale Economica Slovena, SSO Svet Slovenskih Organizacij/Confederazione Organizzazioni Slovene, Kulturni Center Lojze Bratuž e Kulturni dom di Gorizia, Istituto di Storia Sociale e Religiosa e Societât Filologjiche Furlane/Società filologica friulana. Media partner della rassegna sono i quotidiani Il Piccolo e Messaggero Veneto del Gruppo NEM. L’appuntamento è stato inoltre sponsorizzato da a2a Life Company, che ha desiderato investire in questo progetto culturale, riconoscendone l’importanza e il valore degli eventi proposti da una così fitta rete di collaborazione transfrontaliera.
La serata è stata aperta dall’introduzione di Mauro Ungaro, direttore di Voce Isontina che, salutando i presenti, ha anche ringraziato per la sua partecipazione Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. La parola è passata quindi al “padrone di casa”, Igor Komel, presidente del Kulturni dom di Gorizia, il quale ha portato all’ospite della serata un saluto in Lingua slovena.
Ad introdurre quindi Notarstefano il presidente diocesano di Azione Cattolica, Paolo Cappelli, che ha ripercorso per i presenti l’importante curriculum di Notarstefano, dove servizio educativo e responsabilità sociale hanno sempre fatto parte fondante della sua formazione e del suo impegno. Notarstefano insegna oggi alla LUMSA, afferendo al dipartimento di Giurisprudenza Economia e Comunicazione di Palermo.
Prendendo la parola il presidente di AC ha descritto la proposta culturale come “una scelta molto significativa, per questo luogo e in questo tempo estremamente polarizzato che rischia di creare confini non solo in economia, finanza, politica ma anche tra di noi. Si tratta invece di attraversare il confine, attraversare il conflitto, resistendo alla tentazione di portare tutto alla sola logica della contrapposizione. Anche questo è Europa”.
I temi che stanno a cuore ai giovani
La parola è stata quindi lasciata a quattro giovani studenti, due appartenenti all’Azione Cattolica di Gorizia e due a quella di Trieste, che si sono messi in dialogo con Notarstefano.
Prima tematica che hanno desiderato toccare, quella ambientale, tema particolarmente sentito tra i giovani e giovanissimi. “L’Europa sta mettendo in atto tutto ciò che è nelle sue facoltà per prendersi cura della Casa Comune?”, hanno sollecitato. “La questione ambientale va risolta insieme, con uno sguardo totale sulla complessità – le parole del presidente nazionale -. L’Europa aveva intrapreso un percorso interessante ma al momento sembra però un po’ ferma come se altre questioni avessero assorbito tutta l’attenzione; ad esempio il riarmo ha fatto spostare l’asse di attenzione delle politiche pubbliche. È necessario quindi riprendere il discorso pensando ad una vera trasformazione dei modelli di sviluppo”.
“Come possiamo noi giovani, in particolare i cristiani, spronare per riportare l’attenzione su questi temi che riguardano il nostro futuro?”, hanno quindi chiesto i ragazzi.
“Proviamo a restituire un mondo migliore, o quanto meno a rispettare le risorse che ci sono – ha suggerito il professore -. Possiamo condividere le posizioni dell’Agenda 2023 e fare dell’animazione culturale, sminando quotidianamente tutte quelle idee che circolano, anche attraverso i Social, e che arrestano le possibilità di progressione in questo senso”.
Si è passati quindi a parlare di pace, una pace che i ragazzi ora come ora fanno difficoltà a vedere. “Le istituzioni si stanno attivando veramente per la pace? E nelle comunità esiste cultura della pace?”, hanno chiesto.
“Il tema, che anche in AC affrontiamo, è quello di ripensare oggi alla riforma dell’ONU, necessaria per un mondo che trovi delle istituzioni che sappiano veramente lavorare per la pace – ha suggerito Notarstefano -. Forse da questo cambiamento negli assetti geopolitici può scaturire un cambiamento per la costruzione di un nuovo ordine di convivenza e in questo può fare la sua parte anche il dialogo ecumenico”.
Notarstefano ha poi rilevato come oggi “si fa fatica ad abitare lo spazio pubblico come qualcosa di comune.
È come se si fosse persa la necessità di stare insieme, manca il confronto con l’altro: se non crediamo che l’altro sia portatore di una storia, di una cultura, di qualcosa che vale la pena di conoscere e che è importante, allora non ci sarà un vero cammino di pace”.
Da qui i ragazzi hanno desiderato approfondire anche la tematica delle migrazioni, tema che coinvolge fortemente il nostro territorio così come il resto dell’Unione. “Come sta gestendo l’UE i flussi migratori?”, la domanda portata dai ragazzi. “Il tema delle migrazioni è di grandissima attualità ed è una grande sfida umanitaria che le istituzioni pubbliche non possono dimenticare – il pensiero del presidente AC -. Si deve fare in modo che non vadano dimenticati i volti delle persone, il punto di vista deve essere sempre la dignità della persona e il cardine dovrebbe essere il rispetto di questa. Su questo credo siamo indietro e che lo sia anche l’Europa”.
L’Europa che fu e quella che sarà
Per dei giovanissimi ricordare l’Europa prima dell’Unione non è possibile. Hanno quindi desiderato approfondire questa tematica chiedendo a Notarstefano se riconosca i propri valori nel contesto dell’Unione Europea e cosa significhi per lui essere cittadino UE.
“Ricordo il mondo prima della caduta del Muro di Berlino – le sue parole -.
L’Europa è sempre stata un sogno di pace, un sogno e un cammino in cui credo anche oggi; credo poi nell’armonia tra le diversità, nella convivenza tra le differenze: una sfida alla quale si tenta di rispondere con vari strumenti e credo che l’Unione abbia ancora questa forza.
L’energia che arriva oggi da questa nuova generazione non la vedo però tradotta nella partecipazione. Si tratta di dare maggiormente la parola a chi è “autorizzato” a parlare di futuro.
Un’opera maieutica: far prendere parola ai giovani nello spazio pubblico, far sì che possano fare rete e che possano spendersi per la cosa pubblica”.
“Quali le sfide per i giovani oggi?” hanno poi chiesto i quattro ragazzi.
“La sfida della pace, la sfida del futuro e la sfida della democrazia sono tra loro collegate. L’Europa è una grande visione: è un lavoro di tessitura sociale”.
Infine i giovani di AC hanno chiesto al presidente come possa “in questa crisi di identità la visione cattolica, in questo caso cristiana, contribuire a sentirsi europei?”.
“L’Unione Europea è un modello di fraternità, il nostro è però un tempo faticoso – la risposta di Notarstefano -.
È davvero centrale il lavoro di dialogo, la Chiesa deve essere fermento nella comunità, nel cammino sociale, deve continuare a custodire la bellezza di questa unità”.
La serata è stata chiusa da alcune considerazioni dell’arcivescovo Carlo il quale ha ammesso che “i giovani, questi giovani, avranno tanto da fare ma ciò vale anche a livello ecclesiale!
Siamo in un cambio d’epoca dove non sappiamo bene dove stiamo andando ma abbiamo il Vangelo, abbiamo i giovani, abbiamo tante belle realtà che aiutano a rendere questo mondo un posto migliore”.




