Articolo: Voce Isontina
Sono state intense e allo stesso tempo emozionanti le giornate vissute a Roma da noi seminaristi dell’Arcidiocesi di Gorizia in occasione del Giubileo mondiale dei seminaristi.
Assieme ai seminaristi dell’Arcidiocesi di Udine e della Diocesi di Trieste, con cui condividiamo il percorso formativo al Seminario Interdiocesano “San Cromazio di Aquileia” a Castellerio e ai nostri formatori, siamo partiti domenica 22 giugno da Palmanova alla volta dell’Urbe. A Portogruaro ci attendevano i seminaristi del Seminario di Concordia-Pordenone e a Rovigo quelli della Diocesi di Adria-Rovigo, con cui abbiamo condiviso il viaggio in corriera. In totale eravamo una cinquantina tra i seminaristi dei tre Seminari e i rispettivi formatori.
È stato bello viaggiare insieme perché ci è stata offerta l’occasione di fare nuove conoscenze e poterci scambiare opinioni e aneddoti della vita nei nostri rispettivi seminari. Ma la cosa ancor più bella è il fatto che, oltre alla nostra corriera, viaggiavano parallelamente con noi anche altre due, le quali trasportavano tutti i seminaristi del Triveneto; in totale eravamo all’incirca 150 persone.
La giornata di domenica è stata pensata proprio per noi del Triveneto: abbiamo, in un certo senso, “anticipato” il Giubileo, il quale iniziava lunedì pomeriggio. Così facendo abbiamo avuto modo di visitare la città di Siena. Lì arrivati, nel pomeriggio, ci siamo recati al Santuario di Santa Caterina dove abbiamo visitato la chiesa e i luoghi della Santa. Attraversando le vie della città, siamo entrati nella Cattedrale e nella chiesa di San Domenico, dove abbiamo celebrato la messa presieduta dall’Arcivescovo di Siena, il Cardinal Lojudice.
Lunedì siamo partiti per Roma dove, una volta arrivati, ci siamo recati nella parrocchia “Gesù di Nazareth”, per ascoltare delle testimonianze su don Andrea Santoro, un sacerdote assassinato in Turchia nel 2006.
Da lì ci siamo spostati nella parrocchia “Santi Fabiano e Venanzio” dove abbiamo fatto visita alla tomba di don Santoro e abbiamo celebrato la S. Messa assieme a mons. Dianin, Vescovo di Chioggia, che ci ha accompagnati per tutto il viaggio come delegato per il Triveneto.
Nel primo pomeriggio abbiamo visitato la Basilica Papale di San Giovanni in Laterano e, successivamente, ci siamo trasferiti a San Paolo Fuori le Mura. È stato proprio in questa Basilica che ha avuto inizio, con la recita del Santo Rosario e il “Concerto vocazionale” di mons. Frisina, il primo appuntamento universale del Giubileo dei seminaristi.
Martedì, senza alcun dubbio, è stata la giornata centrale del pellegrinaggio!
L’incontro con il Papa in San Pietro
Verso le 9 ci siamo dati appuntamento con tutti i seminaristi del mondo per attraversare processionalmente Via della Conciliazione, assieme ai nostri vescovi, cantando le Litanie e alcuni Salmi. È stato davvero emozionante attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro, assieme a circa seimila seminaristi, ma l’emozione si è fatta più intensa quando dal fondo della Basilica, con il sottofondo del “Christus vincit”, è scoppiato un forte applauso: il papa era arrivato!
Leone XIV ha attraversato tutta la lunga navata della Basilica salutando e benedicendo la folla di noi chierici, che abbiamo ricambiato il suo saluto manifestando, attraverso il continuo intonare di canti religiosi popolari e applausi, il nostro affetto verso il Santo Padre.
Giunto all’Altare della Confessione il Papa ci ha sollecitati ad “amare con il cuore di Cristo”. E per apprendere quest’arte, ha detto, “bisogna lavorare sulla propria interiorità, dove Dio fa sentire la sua voce e da dove partono le decisioni più profonde”. Come? Con la preghiera, con l’ascolto di sé e l’attenzione alle proprie ferite, “perché proprio da quelle ferite nascerà la capacità di stare accanto a coloro che soffrono”.
Ci ha invitati ad essere “testimoni di speranza” ed evangelizzatori “miti e forti” in un mondo segnato da conflitti, narcisismo e sete di potere. Successivamente l’appello ad ascoltare il grido degli ultimi, facendo della propria vita “un dono d’amore”.
Dopo il discorso, abbiamo ottenuto dal Pontefice la sua Apostolica Benedizione e, attraversando nuovamente la Basilica, egli si è fermato con alcuni per un breve ma caloroso paterno saluto.
Dopo pranzo noi seminaristi di Gorizia abbiamo passato il pomeriggio assieme al vescovo mons. Redaelli e a don Nicola, visitando alcune chiese e monumenti della città.
Verso sera abbiamo vissuto un momento di catechesi sulla figura di San Filippo Neri nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove sono custodite le spoglie del Santo. Al termine di questa, c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal Patriarca di Venezia, mons. Moraglia. Durante questa celebrazione il servizio all’altare e l’animazione del canto sono stati curati dal nostro Seminario.
L’udienza privata con Leone XIV
L’ultimo giorno è iniziato presto per noi del Triveneto, perché ci attendeva un importante appuntamento: alle 8 abbiamo fatto ingresso in Vaticano per incontrare nuovamente il Santo Padre! È stato grazie all’interessamento del Cardinal Parolin che abbiamo potuto ottenere una seconda udienza con il Papa.
Lo abbiamo incontrato in modo molto più semplice rispetto al giorno precedente, eravamo poco più di un centinaio raccolti in un giardino in attesa di papa Leone.
Essendo in pochi siamo riusciti a vederlo molto più da vicino e alcuni di noi sono riusciti pure a stringergli la mano.
Uno tra questi il seminarista Andrea Nicolausig che così ricorda quei momenti: “Ci trovavamo nel largo Giovanni Paolo II, a pochi metri dalla Basilica Vaticana, quando il sogno di vedere da vicino Papa Leone si è avverato. Il suo ingresso è stato sottolineato da un grande applauso e da tanta commozione come le sue parole in cui ha richiamato le radici della chiesa di Aquileia e ci ha invitati a ’tenere fisso lo sguardo su Gesù coltivando la relazione di amicizia con Lui’ ricordandoci di ’essere chiamati ad amare con il Cuore di Cristo!’.
L’agenda del Papa era molto fitta e pochi istanti dopo il nostro incontro sarebbe iniziata l’udienza generale, il tempo di una foto assieme al gruppo e poi qualche passo a piedi per raggiungere la papamobile che nel frattempo era giunta e lo attendeva per iniziare il giro di piazza San Pietro. È in quei secondi che si concretizza la possibilità perlomeno di avvicinarmi: tra due ali fitte di seminaristi Leone XIV era già salito sull’automezzo quando si avvera un’ultima possibilità, il Papa si volta verso l’ultimo gruppo e il suo sguardo sereno e profondo intercetta il mio e la stretta di mano si avvera: un’emozione incredibile”.
Nel discorso il papa ha affermato: “Non pensatevi soli, e nemmeno pensatevi da soli. Senza dubbio – come afferma la Ratio fundamentalis – ognuno di voi “è il protagonista della propria formazione ed è chiamato a un cammino di costante crescita nell’ambito umano, spirituale, intellettuale e pastorale” ma protagonisti non significa solisti! Perciò vi invito a coltivare sempre la comunione, anzitutto con i vostri compagni di Seminario. Abbiate piena fiducia nei vostri formatori, senza ritrosie o doppiezze”.
Poi l’invito ai formatori: “Siate buoni compagni di strada dei seminaristi che vi sono affidati: offrite loro l’umile testimonianza della vostra vita e della vostra fede; accompagnateli con affetto sincero. Sappiatevi tutti sostenuti dalla Chiesa, anzitutto nella persona del vescovo”. Inoltre, Leone XIV, ha indicato alcuni testimoni particolari: a partire da Giovanni Paolo I, “in cui sono brillate le migliori virtù della vostra gente: in lui avete un vero modello di vita sacerdotale”. E poi i santi legati in particolare all’eredità dell’antica Chiesa di Aquileia: il vescovo Cromazio, ma anche Girolamo e Rufino, “esemplari nello studio e nella vita ascetica” e poi i beati Tullio Maruzzo e Giovanni Schiavo, “missionari che irradiarono il Vangelo in diversi popoli, lingue e culture”.
Nel ritorno verso casa, ci siamo fermati ad Orvieto nella cattedrale di S. Maria Assunta, dove il Vescovo di quella Diocesi, Mons. Sigismondi, ha celebrato la S. Messa.
Siamo rientrati in tarda serata, un po’ stanchi ma carichi di gioia ed emozione per il pellegrinaggio giubilare vissuto. Il nostro grazie al vescovo, ai formatori e in modo speciale a papa Leone.